Il villaggio di cartone

Accerchiati in una chiesa sfitta di nome ma non di fatto, i migranti sentono gli elicotteri e vedono le luci blu, intuiscono le sagome inquietanti del Sistema e gli zombie delle Istituzioni, ma sono al sicuro: non c’è più il crocefisso, ma Dio c’è. E c’è il vecchio prete (Michael Lonsdale), che vede trasformarsi il tempio ne ‘Il villaggio di cartone’ quello che – dice Ermanno Olmi – ripara l’umanità. Fresco ottantenne, il maestro ritrova Rutger Hauer 23 anni dopo ‘La leggenda del santo bevitore’ e trova tanti migranti: clandestini, ma l’accoglienza cristiana non conosce passaporto. Tra immagini caravaggesche, potere alla Parola e teatralità … Olmi abbatte le chiese ed esalta la fede. … non la vita come il cinema, ma il cinema come la vita. Perché non ci sono né migranti né stanziali, ma solo uomini. E sono tutti di passaggio. (Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 6 ottobre 2011)

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