L’arpa birmana = Biruma no tategoto

Nel luglio 1945 la guerra volge al termine: nel tentativo di sfuggire alla morte o alla prigionia, le unità giapponesi valicano i monti o si aprono la via nelle foreste birmane per raggiungere la Thailandia. I soldati del capitano Inoue marciano cantando, accompagnati dall’arpa birmana del soldato scelto Mizushima. Questi, conoscendo la lingua locale, viene mandato avanti e dà il segnale di via libera suonando l’arpa. Vicino al confine i giapponesi sono ospitati in un villaggio che presto è circondato dagli inglesi. La guerra è finita e i giapponesi vengono rinchiusi nel campo di concentramento di Mudon e Mizushima viene mandato in missione presso una guarnigione giapponese che rifiuta di arrendersi: quando essa viene distrutta, solo Mizushima sopravvive. Gravemente ferito viene curato da un bonzo a cui ruba le vesti al bonzo, si rade la testa e si mette in viaggio per raggiungere Mudon e i suoi compagni. Durante il viaggio vede qua e là i resti insepolti dei soldati nipponici caduti in battaglia; questo triste spettacolo gli fa una profonda impressione e, giunto presso Mudon, rinuncia ad unirsi ai suoi compagni e decide di dedicarsi alla sepoltura dei soldati del suo paese, caduti in terra straniera…

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