Fine del viaggio : Violazioni dei diritti umani dei rifugiati e migranti in Italia

I centri di detenzione per migranti e richiedenti asilo in Italia non sono sottoposti né alla legislazione, né alle competenze istituzionali, né alle garanzie previste dalla legge italiana per le carceri. Il fondamento legale della loro istituzione risulta per lo più contenuto in una “regolamentazione di urgenza”, caratterizzata dalla commistione tra accoglienza e detenzione e dall’attribuzione di poteri speciali di allestimento e gestione delle strutture a organi del ministero dell’Interno. Nel marzo del 2002 il governo, radicalizzando l’approccio descritto, ha anche dichiarato lo «stato di emergenza sul territorio nazionale» in relazione agli arrivi di immigrati, consentendo così l’emanazione, da parte del ministero dell’Interno, di «ordinanze di protezione civile», in deroga «a ogni disposizione vigente» e ai consueti poteri degli organi dell’esecutivo. Una di queste ordinanze dispone che vengano allestiti e ampliati sia i Cpta che i centri detti di «identificazione e primo soccorso». Lo stato di emergenza del 2002 è stato nuovamente “dichiarato”, senza soluzione di continuità, per tutti i periodi successivi e le ordinanze di protezione civile che ne sono seguite rappresentano la base legale di diversi dei centri di detenzione, costruiti e progettati tra il 2002 e il 2005. Contiene guida per gli insegnanti.

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