E morì con un felafel in mano

Ispirandosi all’omonimo romanzo di John Birmingham, il regista australiano Richard Lowenstein costruisce una storia a dir poco strampalata. Con dialoghi il più delle volte farneticanti, in cui si mescola filosofia spicciola e anarchia verbale, Lowenstein racconta le ultime tre esperienze di coabitazione di Danny, aspirante scrittore all’eterna ricerca di uno sconosciuto tassello mancante. La vita caotica del protagonista prende avvio dalla 47a esperienza di convivenza con amici. In una Brisbane tropicale in cui si trascorre il tempo a discutere pigramente di argomenti totalmente privi di senso, Danny spera nella pubblicazione del suo romanzo pornografico, inviato a Penthouse per riuscire a pagare tutti gli affitti arretrati. Costretto a sfuggire alle minacce dei poco raccomandabili padroni di casa, Danny ripara a Melbourne. Nuovi inquilini in un appartamento caotico e fatiscente di una città in cui la pioggia costante esaspera l’atmosfera da incubo kafkiano, e dove la polizia ha la curiosa abitudine di sparare ed uccidere con straordinaria leggerezza. Costretto a fuggire anche da Melbourne, Danny finisce a Sidney, individualista ed egoista capitale, surreale mélange di ambizione e bellezza, superficialità e corruzione. Il viaggio di Danny non si limita al geografico spostamento, ma ad un intimo naufragio ed un successivo recupero di sé, passando, pur recalcitrante, attraverso un incubo di emozioni e inquietudini, per trovare infine la via della salvezza.

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