Nu Guo – Nel nome della Madre

Nello Yunnan, ai piedi dell’altopiano tibetano, in un paesaggio di estrema bellezza vivono da millenni i Moso, una minoranza etnica di circa 40mila persone. La loro è una società egualitaria di tipo matrilineare. E la dabu, la donna anziana, che guida la famiglia e tutti i suoi discendenti portano il cognome materno. Questo sistema familiare non contempla il matrimonio né la convivenza e concetti come amore, famiglia, coppia, maternità e paternità assumono significati diversi da quelli che noi siamo soliti attribuire. La struttura socio-familiare dei Moso, unita alla pratica del consenso, esclude ogni forma di violenza, ed è la dimostrazione che non solo esistono modelli sociali diversi ma anche che questi funzionano.

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Vivere e morire di lavoro – Sic Fiat Italia (Così sia Italia)

Il film muove dal referendum indetto nel 2011 dall’amministratore delegato Sergio Marchionne alla Mirafiori di Torino per “fare nuovi investimenti”. “La crisi viene utilizzata per ridisegnare in modo autoritario il nostro sistema sociale”, dice Maurizio Landini, battagliero segretario della Fiom. E ancora “…il ricatto della Fiat è che, nonostante usi uno strumento democratico come il referendum, vuole cancellare qualsiasi diritto e democrazia dentro i cancelli, un paradosso totale”. Marchionne dal canto suo afferma che ” i principi di ideologia non esistono più, il mondo è cambiato”. Il regista fa parlare vecchi operai che lavoravano senza diritti e senza tutele, in cui si licenziava senza tanti complimenti. La scena da Torino passa a Pomigliano d’Arco e la sostanza non cambia, le ragioni del sì contrapposte a quelle del no. Vinceranno i sì ma non di molto… Cofanetto con 2 DVD (4 film).

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Il passaggio della linea

I treni espressi a lunga percorrenza ogni notte attraversano l’Italia da nord a sud, e viceversa, e sono da tempo abbandonati a un destino di lento ma inesorabile degrado. “Il passaggio della linea” è un viaggio attraverso l’Italia a bordo di uno di questi treni dove si mescolano dialetti e lingue diverse. I passeggeri, infatti, sono per lo più pendolari in viaggio verso il nord o stranieri che si accontentano di lavori temporanei in giro per l’Italia. Ognuno di loro porta con sé la sua storia, mentre fuori dai finestrini sporchi e appannati scorrono paesaggi diversi, alcuni segnati dolorosamente dall’intervento dell’uomo altri ancora intatti e di una bellezza abbagliante. Lungo l’intero tragitto le vite dei passeggeri sembrano sospese per un tempo illimitato, scandito solamente dai cambiamenti della luce che filtra dai finestrini e illumina i volti stanchi. Fra gli altri, sul treno, la macchina da presa inquadra un uomo vecchissimo, il noventenne Arturo. Seduto nello scompartimento, sembra guardare il paesaggio ma in realtà i suoi occhi vanno molto più lontano accarezzando i ricordi della sua intera esistenza. Arturo è stato un europeista, il suo passato è stato fitto di impegni civili e politici, ha sempre cercato di rendersi autonomo e libero da ogni convenzione sociale e culturale. Arturo non lascerà mai più il treno, è quella ora la sua casa.

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