Peru : das Goldhaar der Vikunjas

Geschützt von ihrer dichten Wolle, vertragen Vikunjas, die wie ihre Verwandten Lamas und Alpakas zu den Kamelen gehören, selbst große Kälte von bis zu minus zehn Grad in der Nacht. Bereits unter der Herrschaft der Inka wurden die Vikunjas wegen ihrer Wolle und des Fleisches gejagt. Nach der spanischen Eroberung und lange darüber hinaus wurden sie abgeschlachtet, so dass sie bis Mitte der 1960er Jahre fast ausgestorben waren. Heute gibt es wieder zehntausende Tiere, die meisten davon in Peru. Im Gegensatz zu anderen Ländern wie Argentinien leben sie hier auch weiterhin frei. Nur zur Schur werden sie von den Einheimischen eingefangen. Denn die Wolle, feiner als Menschenhaar, ist wertvoller als Kaschmir und begehrtes Luxusprodukt westlicher Edel-Designer. Bis heute boomt das Geschäft. Neu ist, dass sich die Bauern des Hochlands inzwischen daran beteiligen. Denn sie wussten ja schon immer, wie man die Tiere fängt…

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Piccola terra

Valstagna, Canale di Brenta, Vicenza: su piccoli “fazzoletti di terra” un tempo coltivati a tabacco si gioca il destino in controtendenza di personaggi assai diversi, impegnati nel dare nuova vita ad un paesaggio terrazzato in stato di abbandono … un racconto sul valore universale del legame con la terra, che prescinde da interessi economici, impedimenti politici, steccati culturali…

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18 Ius soli : il diritto di essere italiani

Vincitore del Premio Mutti e finalista al Premio Ilaria Alpi come miglior reportage italiano, 18 Ius soli è il primo documentario grass-roots italiano ad affrontare il tema della cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori immigrati: studiano nel nostro Paese, parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, molto probabilmente non sono nemmeno mai stati nel paese d’origine dei loro genitori, eppure al raggiungimento dei 18 anni per loro inizia un iter burocratico lungo e complicato il cui esito è tutt’altro che scontato …

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Anam Il Senzanome : L’ultima intervista a Tiziano Terzani

Io, chi sono? – Siccome la risposta non era certo “Io sono il giornalista del tal giornale, l’autore di quel libro, o l’ammalato di quella malattia”, provai, anche formalmente, a non essere più quel che ero stato, a non chiamarmi più col mio nome, a non avere un passato e a diventare semplicemente “Anam”, il Senzanome: un nome appropriatissimo, mi parve, per concludere una vita tutta spesa a cercare di farmene uno! (Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra). Contiene intervista di Raffaele Palumbo a Tiziano Terzani.

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